Da lettrice, alle storie brevi preferisco quelle lunghe. Da autrice, ho partecipato con piacere a una dozzina di antologie (13, a essere precisi).
La più recente è Condominio noir: 6 racconti di 6 autrici di mistery. Qui presento Marianna Tarquini, ispettrice della Consob, mamma single e detective per caso (ho già pronto il primo romanzo con lei protagonista).
La prima in assoluto è Scontrini. Risale al 2004 e nasce dall’idea (folle e geniale) dello scrittore Matteo B. Bianchi: racconti legati a degli acquisti e documentati dai relativi scontrini. L’input ce lo aveva dato lo stesso scrittore, docente al corso di scrittura che frequentavo all’epoca. Mandai il mio racconto, passò così tanto tempo che, demoralizzata, buttai lo scontrino. Poi fui scelta e dovetti correre a procurarmene uno uguale. Ci tengo un sacco, a quel racconto, perché parla di mio nonno, della Puglia e dei rustici leccesi.
Citerei anche Divorare Milano: più che un’antologia di racconti, un romanzo collettivo sull’Expo, scritto con Gabriele Dadati, Pierfrancesco Majorino e Marco Drago.
In Suicidi falliti per motivi ridicoli faccio esordire uno dei miei personaggi preferiti: Marta la fashion victim. Poi non se la filerà nessuno (ma il racconto fa molto ridere).
Una delle più grandi soddisfazioni è la pubblicazione di un racconto nella mitica Smemoranda.
Ma la storia breve che amo di più è quella comparsa in un volumetto celebrativo dei 60 anni della Repubblica italiana, pubblicato dal Comune di Seregno. Si intitola 60 anni in un giorno e racconta la vita di un personaggio dalla nascita al pensionamento e, in parallelo, le vicende del nostro Paese.
Ma ho anche partecipato a un’antologia gialla (Una notte a Milano) con un racconto molto hot, a due di Lama&Trama, ad altrettanti con scopi benefici (Delitti di lago 4 e 365 storie cattive) e a un libro di racconti sui 50 anni di Cristina D’Avena.