Dalla ricerca delle fonti alla stesura di una storia vera in grado di appassionare
Questo il titolo di una “lezione” che ho tenuto all’università Bicocca a un gruppo di studenti del corso di Comunicazione interculturale.
Sono partita dicendo che, dopo anni, ero finalmente riuscita a definire con chiarezza quello che faccio: scrivo storie; vere, come giornalista e di fantasia come scrittrice.
Poi è arrivato il libro Anna Politkovskaja. Reporter per amore, un romanzo della collana Femminile Singolare di Morellini basato sulla vita vera della reporter russa (non affezionatevi: nel 2006 le hanno sparato 5 colpi di pistola). Per scriverlo, ho affrontato una triplice sfida: documentarmi al meglio, rendere la realtà appassionante e (l’impresa più ardua e ardita) impastare verità a fiction. Condivido con voi alcune delle cose che ho capito, insieme a consigli di lettura (ma non solo).
Come documentarsi
Sia che ci si debba documentare in vista di un acquisto importante, sia che si debba svolgere una ricerca, il metodo è sempre quello: fare come i giornalisti.
- Andare alla fonte. Arrivare il più vicini possibile all’origine delle notizie che ci stanno a cuore. Se ci interessa una persona, dobbiamo cercare di conoscerla e “intervistarla”. Leggere i libri che ha eventualmente scritto. O i libri scritti sul personaggio/l’argomento.
- Attingere a più fonti. Le fonti devono essere autorevoli e accreditate. Le informazioni vanno “validate” cioè confermate. Non fidatevi mai di una sola fonte. Wikipedia dà una prima idea ma, al pari di qualsiasi altra fonte, da sola non basta.
- Sfruttare la Rete. Online si trova tantissimo: archivi dei giornali, video e documentari (su YouTube ma anche su Rai Play), immagini…
- Frequentare anche in altri luoghi. Biblioteche, emeroteche, social, blog…
- Usare le lingue. Sempre utile un punto di vista esterno, specie se il tema ha respiro internazionale. Perciò la conoscenza delle lingue aiuta a consultare siti e media esteri.
Come rendere la realtà appassionante
1. Sintesi. “È una storia lunga”. “Allora taglia le parti meno interessanti”. Nei gialli l’esito dell’analisi del dna arriva dopo 5 minuti e negli interrogatori si va subito al punto. Non si raccontano le attese, le lungaggini, i tempi morti, i convenevoli. La banalità della vita viene tagliata, per lasciare spazio solo agli episodi più iconici, coinvolgenti, significativi.
2. Passione. Se chi racconta ama la vicenda che narra, saprà più facilmente trasmettere l’interesse in chi legge.
3. Cronologia. L’ordine cronologico può non essere la soluzione migliore. L’ideale può essere partire da un evento clou per attirare l’attenzione e poi tornare indietro nel tempo per spiegare come ci si è arrivati. Questo escamotage è spesso usato anche nei gialli.
4. Modalità narrativa. Bisogna trovare la chiave giusta. Il podcast di Mauro Pescio Io ero il milanese su RaiPlay Sound racconta la storia di un rapinatore e ogni episodio esplora un’area tematica: l’infanzia, le prime rapine, il carcere, la bella vita, la famiglia, la redenzione, l’amore…
5. Senso (e titolo). Se vi dico che un libro racconta la storia di un uomo che si ammala, si cura, guarisce e nel frattempo ha un bambino, non la trovate interessante. Se vi dico che questo libro si intitola Sono nato dopo mio figlio, più facilmente sì.
6. Dettagli. Sono quelli che colorano, incuriosiscono, fissano le immagini nella memoria. Studiando Anna Politkovskaja, ho scoperto che il giorno prima di lei era nato nell’Indiana Michael Jackson, ma l’ho inserito nel romanzo solo quando ho verificato che a ucciderlo è stato il Fentanyl, la stessa sostanza usata dal commando russo che ha fatto irruzione nel teatro della Dubrovka per il sequestro di cui Anna è stata negoziatrice. Ho usato questo dettaglio anche per creare l’attesa (“M.J. tornerà in questa storia”).
7. Emozioni. La storia va fatta risuonare. Non raccontare il viaggio, ma come si sentiva il protagonista durante quel viaggio. Far scattare l’immedesimazione, suscitando sentimenti veri. Anche qui, immagini. Non scrivo “Anna aveva paura” ma “controllava ogni mattina che sotto la sua auto non ci fosse una bomba”.
8. Missione. Il format abusato è quello del libro Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler. Dobbiamo dare un senso alla nostra storia, fornire un motivo di interesse. Il nostro personaggio cos’ha di istruttivo, universale, significativo? Anna denunciava la guerra in Cecenia e Putin. Era coraggiosa, amava la verità e le persone. E, oggi, è più attuale che mai. Io ero il milanese: Lorenzo S. si redime, si riscatta e diventa lui stesso veicolo del cambiamento di altri.
9. Varietà. Giocare su più fronti narrativi. Inserire, per esempio, brani di chat, post dei social, lettere, articoli. Che sono/sembrano veri.
10. Unicità. Ognuno di noi è unico. Inserire un punto di vista personale e competente (in base a studi, esperienze, conoscenze…) è ciò che può fare davvero la differenza.
Escamotage per inserire la parte romanzesca in una vicenda vera.
- Inserire un personaggio di fantasia, che interagisce con i personaggi e le vicende reali.
- Usare la tecnica del what if. Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente (se David Bowie tornasse oggi fra noi, Lady D non fosse davvero morta…)?
- Trasformare le fonti in personaggi. Intervistare delle persone che conoscono l’argomento che ci interessa e poi inserirle nella storia come personaggi del racconto.
- Narrazione nella narrazione. Raccontare la storia attraverso documentari, convegni, tesine, libri di altri…
- Inserire elementi eroici. Questo funziona anche nello storytelling che contribuisce a creare il mito di alcuni imprenditori. Delle storie di impresa si sottolineano gli elementi eroici, curiosi, iconici, innovativi, sfidanti: Steve Jobs è partito in un garage, agli inizi di Amazon Jeff Bezos dormiva in ufficio e si occupava lui stesso delle spedizioni, i Moon Boot sono nati dall’osservazione dell’impronta dell’uomo sulla Luna…
Consigli di lettura, ascolto e visione per chi vuole imparare a rendere appassionante una storia vera
Anna Politkovskaja. Reporter per amore, di Lucia Tilde Ingrosso (e tutti gli altri titoli della collana Femminile singolare di Morellini Editore)
Il viaggio dell’eroe, di Christopher Vogler
Sono nato dopo mio figlio, di Marco Dell’Acqua
La modella di Klimt, di Gabriele Dadati
I leoni di Sicilia. La saga dei Florio, di Stefania Auci
Che il mondo ti somigli. La saga di Francesco Cirio, di Beba Slijepcevic e Allegra Groppelli
Italia da morire. I delitti eccellenti e misteriosi che hanno fatto la storia, di Adele Marini
L’arte dello storytelling, di Kindra Hall
Io ero il milanese, podcast di Mauro Pescio su RaiPlay Sound
Veramente molto interessante e, avendo appena letto il suo libro su Anna, illuminante: la teoria è diventata pratica.
Grazie, ne sono felice!