Scriviamo sempre di più al computer (e con il cellulare) e sempre di meno a mano. Tantomeno in corsivo.
L’allarme è stato lanciato in particolare riguardo ai più giovani: il 20% degli studenti italiani è disgrafico, cioè ha difficoltà a esprimersi per iscritto (il disturbo riguarda nell’80% i maschi). Pare che i bambini di oggi siano bravissimi con tablet e smartphone, ma poi non sappiano allacciarsi le scarpe e andare in bici. E, appunto, scrivere bene. Da leggere: Il corsivo encefalogramma dell’anima (di Irene Bertoglio e Giuseppe Rescaldina, 18 euro)
Scrivere a mano è utile
E dire che i vantaggi della scrittura manuale non mancano. Scrivere un testo ci aiuta a mettere a fuoco le idee, memorizzare i concetti, fare chiarezza dentro di noi. Non a caso scriviamo la lista della spesa prima di andare al supermercato. E, allo stesso modo, abbiamo l’abitudine di buttare giù, a inizio anno, l’elenco dei buoni propositi.
Però scrivere bene non è facile: in agguato ci sono mille ostacoli. Non pensiate ai refusi, che vengono dopo. O a grammatica e consecutio, che vengono dopo ancora.
Chi non ha l’abitudine di esprimersi con la parola scritta sbaglia proprio le lettere. Un esempio? Questo murales, realizzato su un palazzo di Arezzo, in Toscana.
Benché l’affermazione sia piuttosto azzardata, qualcuno potrebbe anche arrivare a essere d’accordo. Ma, di certo, quelle zete scritte così (come “esse” spigolose) non si possono guardare!
Ricordate, potrete esprimere il concetto anche più forte e importante del mondo, ma se la forma è sbagliata, voi perderete immediatamente credibilità.
Una curiosità sulla regina del giallo
Agatha Christie, la giallista più amata di sempre (si stima che i suoi libri abbiano venduto nel mondo oltre due miliardi di copie) era disgrafica. Pur avendo prodotto la bellezza di 66 romanzi, 14 raccolte di racconti e una ventina di opere teatrali, non era a proprio agio con carta e penna, tanto che la sua grafia era praticamente incomprensibile. Molte delle sue storie le aveva infatti dettate. E se questo handicap non ha fermato lei, ai suoi tempi, certo non fermerà noi in un’epoca in cui alla scrittura manuale esistono tante e valide alternative.
Mai dire: “hai una brutta calligrafia”! Calligrafia viene dal greco e vuol dire bella (kalòs) scrittura (graphìa)